lunedì 29 giugno 2009

BATTAGLIA DI SAN MARTINO E SOLFERINO 24 GIUGNO 1859

BATTAGLIA DI SAN MARTINO E SOLFERINO 27/28 GIUGNO 2009
(SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA ITALIANA)

L'ANTEFATTO
Dopo la sconfitta di Magenta,che aveva aperto le porte della Lombardia all'esercito franco-piemontese,il feldmaresciallo Ferencz Gyulai,a capo dell'esercito austriaco,decise di ritirare le proprie truppe sulla sponda sinistra del fiume mincio,all'interno del cosiddetto "Quadrilatero"(costituite dalle fortezze di Verona,Mantova,Peschiera e Legnago),ricalcando cosi' la vincente strategia applicata durante la prima guerra di indipendenza dal suo predecessore Radetzky.
A Vienna,intanto,l'opinione pubblica era sempre più indignata per l'andamento del conflitto e per la conduzione di Gyulai che,dopo essere arrivato a pochi chilometri da Torino,aveva dovuto abbandonare l'intera Lombardia.
Dopo l'arrivo dell'armata francese,l'esercito austriaco aveva collezionato una serie di sconfitte,nonostante la notevole superiorità numerica,la migliore conoscenza del terreno e la maggiore facilità di approvvigionamento.
Incalzato dal diffuso malcontento popolare,Francesco Giuseppe,scese in italia per assumere personalmente il comando delle operazioni militari e,valutata l'impostazione difensiva di Gyulai non confacente al prestigio dell'esercito asburgico,decise improvvisamente di prendere l'iniziativa,confortato dal parere del proprio stato maggiore.
Francesco Giuseppe,Napoleone III,Vittorio Emanuele II


LA VIGILIA
La mattina del 23 giugno,l'imperatore austriaco diede ordine alle proprie truppe di puntare ad occidente,riguadagnando la riva destra del Mincio e tornando cosi' ad occupare le posizioni abbandonate pochi giorni prima.
Tale manovra puntava ad attestare l'esercito asburgico sulle colline moreniche poste a sud del lago di Garda e,da tale posizione dominante la pianura,sferrare un attacco all'esercito franco-piemontese,sfruttando altresi' il disordine in cui questo si sarebbe trovato nell'attraversare il Chiese,i cui ponti erano stati distrutti per ordine di gyulai,nel corso della ritirata.
Contrariamente alle supposizioni degli austriaci,grazie all'efficienza del genio francese,il grosso dell'esercito franco-piemontese aveva attraversato il Chiese già nella giornata del 22 giugno e si preparava ad avanzare speditamente verso il Mincio,confortato dai rapporti degli esploratori che,nei giorni precedenti,avevano verificato il ripiegamento del nemico e nella convinzione che la battaglia si sarebbe svolta sulle sponde di quel fiume,come appariva logico e tatticamente favorevole per gli austriaci.
Alle prime ore del 23 giugno,Napoleone III e Vittorio Emanuele II si erano incontrati sulle alture presso Lonato per discutere di un dispaccio inviato dall'imperatrice Eugenia che recava inquietanti notizie circa forti movimenti di truppe prussiane sul Reno.
La lettera conteneva un pressante invito alla rapida conclusione della campagna d'Italia,affinchè l'esercito francese potesse ritornare in patria per difenderne i confini.
Dopo un breve colloquio riservato,i sovrani tornarono ai rispettivi quartier generali.
l'imperatore francese e il suo stato maggiore

I numerosi avvistamenti reciproci, e gli scontri delle pattuglie in ricognizione,avvenuti in tutta la giornata e fino alle ultime luci del 23 giugno,convinsero gli austriaci di aver intercettato le prime avanguardie franco-piemontesi e gli stessi d'aver preso contatto con l'attardata retroguardia austriaca,com'era già accaduto a Melegnano.
Cosi' non era:i due eserciti si trovavano infatti schierati frontalmente su due linee parallele e vicinissime,estese da nord a sud per oltre 20 km,l'uno ignaro dell'altro.

LE BATTAGLIE
Secondo il piano prestabilito,all'alba del 24 giugno l'armata franco-piemontese mosse verso est,nell'intento di schierarsi lungo la sponda destra del Mincio.
Come prima tappa mattutina,l'esercito francese avrebbe dovuto occupare i villaggi di Solferino,Cavriana,Medole e Guidizzolo,rispettivamente con il I corpo d'armata del generale D'Hilliers,il II corpo del generale Mac Mahon,il III corpo del generale Canrobert ed il IV corpo del generale Niel,mentre alle quattro divisioni dell'esercito sardo era assegnato il compito di insediarsi a Pozzolengo.
Fatti pochi chilometri,inevitabilmente,le colonne franco-piemontesi vennero a contatto,una dopo l'altra,con le truppe austriache,fortemente attestate proprio a Solferino,Cavriana,Medole,Guidizzolo e Pozzolengo.
Nel giro di poche ore,dalle 4 alle 7 del mattino,divamparono numerosi e feroci combattimenti,producendo un impatto generale,caotico e violentissimo che si protrasse per oltre 18 ore.
La totale assenza di preordinati piani di battaglia,il sostanziale equilibrio di forze e la feroce determinazione alla vittoria di entrambi gli schieramenti,furono le principali cause dell'enorme carneficina verificatesi.

Henry Dunant:ideò la croce rossa assistendo alla battaglia

Raggrupperemo la moltitudine di scontri nelle battaglie di Medole,Solferino e San Martino,che rappresentarono,rispettivamente,il settore sud,centrale e nord dell'esteso fronte sul quale si combattè la grande battaglia.
battaglia di Medole:
I combattimenti del 24 Giugno 1859 iniziarono a Medole,nel settore sud del fronte,intorno alle 4 del mattino.
Durante la marcia di trasferimento che doveva condurlo a Guidizzolo,passando per l'abitato di Medole,il IV corpo d'armata francese si scontrò con un reggimento avanzato della I armata austriaca.
Il generale Niel decise di dare immediatamente battaglia e,dimostrando una visione strategico-tattica non comune,schierò le sue forze sul confine est del territorio di Medole,cosi' impedendo ai tre corpi d'armata austriaci,presenti a Guidizzolo,di dare manforte ai commilitoni della II armata,attestata sulle alture di Solferino e duramente attaccata dalle colonne francesi dei generali D'Hilliers e Mac Mahon.
il generale Niel a medole

Le truppe di Niel,nonostante fossero numericamente inferiori e schierate su una linea di oltre 5 km.riuscirono a contenere i continui assalti del nemico con un abile alternarsi di azioni di difesae parziali contrattacchi nei punti nevralgici di Crocevia,Quagliara,Casa Nuova,Baite e Rebecco.
i francesi entrano a Medole

I combattimenti,che si protrassero èer 15 ore fino alla generale ritirata austriaca,causarono 14.279 perdite tra i contrapposti schieramenti.
battaglia di Solferino:
Intorno alle 4.30 del mattino le avanguardie del I corpo d'armata francese,comandato dal maresciallo Baraguay D'Hilliers,presero contatto con le truppe austriache del V corpo,guidato dal feldmaresciallo Stadion,nei pressi di Grole in territorio di Castiglione dello Stiviere.
maresciallo Baraguay D'Hilliers

Mezz'ora dopo il II corpo francese,comandato dal maresciallo Patrice de Mac Mahon,incontrava reparti austroungarici,posti a difesa del borgo di Cà Morino,nel territorio di Medole
Le truppe austriache,attestate sulle alture moreniche e forti di tre corpi d'armata posizionati a Solferino,Cavriana e Volta Mantovana,resistettero lungamente al combinato assalto del I e del II corpo francese,tanto da costringere Napoleone III ad impegnare in battaglia la Guardia Imperiale.
Strappata Solferino al V corpo d'armata di Stadion nel primo pomeriggio,lo schieramento francese prosegui' per conquistare Cavriana,dove incontrò una resistenza altrettanto tenace,operata dal I corpo austriaco del feldmaresciallo Clam-Gallas.

Napoleone III dirige una carica a Solferino

L'entrata in combattimento di forze fresche,verso le ore 15,costituite dal III corpo francese del generale Canrobert,consenti' di occupare Cavriana poco prima delle 18.
battaglia di San Martino:
Il primo reparto sardo a prendere contatto con gli austriaci fu la 29° compagnia bersaglieri guidata dal giovane tenente colonnello Raffaele Cadorna,che precedeva l'avanguardia della 5° divisione Cucchiari,diretta a Pozzolengo.
Si trattò della scintilla che diede inizio,alle 7 del mattino,ad un lungo e sanguinoso scontro per il controllo di pozzolengo,combattuto principalmente nelle località di San Martino e Madonna della Scoperta.
i piemontesi assaltano la collina a san martino

La formazione austriaca,in netta inferiorità numerica,era bene schierata su posizioni dominanti e allertata dal rombo delle artiglierie che da oltre due ore duellavano a Solferino.
il feldmaresciallo Benedeck guidò i suoi uomini con grande abilità,riuscendo a mantenere saldamente le posizioni fino a tarda sera,quando le armate austroungariche in ritirata da Solferino,Cavriana,Guidizzolo e Volta Mantovana,si erano ormai messe al sicuro passando il Mincio.
DOPO LA BATTAGLIA
Fu la più grande battaglia dopo quella di Lipsia del 1813,avendovi preso parte complessivamente più di 230.000 effettivi.
Viene ricordata in Italia per essere il primo concreto passo verso l'unità nazionale italiana e in tutto il mondo per aver ispirato ad Henry Dunant la creazione della croce rossa internazionale.
Gli austriaci persero 14.000 uomini uomini e 8000 vennero presi prigionieri,i franco-piemontesi 15000 e 2000 prigionieri;questa carneficina sembra aver indotto Napoleone III a firmare l'armistizio di Villafranca,concludendo di fatto la seconda guerra di indipendenza.
L'Austria fu costretta a cedere la Lombardia,eccetto Mantova,alla Francia,che come da accordi,la girò al regno di Sardegna.

IL MIO REGGIMENTO ALLA BATTAGLIA ORIGINALE
Il 100° reggimento fù uno dei protagonisti della battaglia:infatti essendo schierato con il I corpo d'armata comandato dal maresciallo Baraguay D'Hilliers prese parte sia all'iniziale attacco su Solferino che al successivo attacco su Cavriana,subendo la perdita della metà delle forze (fra morti,feriti e dispersi)con cui scese in campo.

LA RIEVOCAZIONE
La rievocazioni del centocinquantesimo della battaglia di Solferino e San Martino si e svolta nell'arco di due fine settimana(il 20/21 a Cavriana e il 27/28 a San Martino).
Sono state due belle rievocazioni in cui il mio gruppo storico(notevolmente ampliato nel numero di soldati)si è onorevolmente comportato bene sempre combattendo a fianco del gruppo "zuavi della guardia imperiale" di Magenta.
Il clou della manifestazione è stato senza dubbio la battaglia del 28 giugno in quel di San Martino,dove nonostante il poco spazio a disposizione,si è potuto fare delle belle manovre assieme agli zuavi e ai sempre più bravi cavalieri del gruppo Aosta cavalleria.
Molto piacevole è stata anche la serata di sabato 27 passata in compagnia del gruppo zuavi nell'accampamento francese sito in Solferino.

arrivo del re di Sardegna Vittorio Emanuele II al campo di battaglia
primi spari fra avanguardie

il grosso della truppa austriaca risponde al fuoco

subito contrastata dalla fanteria di linea francese

l'armè in azione...
...e subito dopo lanciata alla carica all'arma bianca....

3 commenti:

  1. Un ottimo lavoro, non c'era da dubitarne.
    Voglio ringraziarti per le belle parole nei confronti del nostro gruppo, "gli zuavi di Magenta", espresse sul blog nelle rubriche dedicate alle manifestazioni a cui abbiamo partecipato assieme. Pure io mi sono trovato benisssimo con voi fanti, specialmente con te e ti ringrazio per avermi ospitato in tenda a Solferino e per essere riuscito a sopportarmi!
    VIVE L'EMPEREUR!!
    Luca zuavo

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  2. Interessantissimo e ben fatto! Per approfondimenti vedere il proclama ufficiale di "occupazione burocratica" del Re di Sardegna, dopo gli eventi della Battaglia di Solferino e di San Martino, al link di accompagnamento

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